Volano silenziosi sopra le nostre teste. Vedono tutto. Sentono tutto. Sono i droni volanti.
Sono svariati i possibili impieghi che abbiamo immaginato: cineoperatori a supporto di registi e giornalisti, validi aiutanti per la nuova era dell’agricoltura di precisione capaci di analizzare grandi praterie e coltivazioni con occhio attento, monitoraggio ambientale, perlustramento per riconoscimento di volti e oggetti.
Il futuro è adesso. Le realtà industriali che hanno scommesso su un settore da 89 miliardi di euro entro il 2020 sono solide e stanno aprendo prospettive del tutto nuove e straordinarie, dove spesso il confine fra fantasia e realtà è davvero sottile.
Numeri e idee alla mano, c’è una domanda che imprenditori e investitori si stanno ponendo: cosa rende interessante l’impiego dei droni rispetto alle soluzioni che abbiamo fin qui usato? La risposta è semplicissima: la tecnologia.
Motori sempre più efficienti, vasta scelta di sensori con cui equipaggiare i droni, e poi il costo: accessibili per gli hobbisti, ma anche a livello industriale per funzioni mission critical.
A proposito di equipaggiamento, fin qui abbiamo testato telecamere ad alta definizione, software di riconoscimento immagini, analisi termiche, antenne. Alla ricerca della soluzione perfetta per ambiti di utilizzo variegati. Tentando pure di fare a meno del pilota manuale, dotando cioè il drone di auto pilota con un sistema intelligente di pianificazione e gestione delle missioni.
Per finire, i prototipi di droni che abbiamo costruito nel nostro laboratorio rispettano pure le 3 leggi di Asimov.
Così la nostra ricerca prosegue entro i limiti dell’etica robotica più ferrea.